I cavi elettrici sono realizzati in base ai diversi utilizzi. La normativa CPR (regolamento prodotti da costruzione) ha introdotto delle nuove norme di riferimento per la produzione di cavi elettrici che si distinguono in base alle diverse necessità.
La prima caratteristica da prendere in esame è la resistenza al fuoco: i cavi elettrici vengono classificati in base allo loro resistenza al fuoco identificata dalla sigla Cca-s3, d1, a3, che vediamo in dettaglio:
In base alle prove di resistenza, i cavi vengono suddivisi in sette classi diverse che differiscono appunto per la resistenza al fuoco dei cavi (Norma EN50399 “Metodi di prova comuni. Misura dell’emissione di calore e produzione di fumi sui cavi durante la prova di sviluppo di fiamma. Apparecchiatura di prova, procedure e risultati”). La classe più alta è la Aca, la più bassa è la Fca. Oltre a questa classificazione vi sono delle caratteristiche aggiuntive che vengono contraddistinte dalle lettere
⚡️ La lettera a contraddistingue la corrosività e varia da a1 fino ad a3;
⚡️ La lettera s indica l’opacità dei fumi e varia da s1 a s3;
⚡️ La lettera d indica il gocciolamento della gomma in caso di incendio e varia da d0 a d2
Ed ecco spiegata la nostra sigla Cca-s3,d1,a3
Il problema che più spesso ci viene posto è: che portata ha questo cavo elettrico?
Allora definire la sezione di un cavo elettrico in base all’assorbimento non è una formula matematica costante, esistono diverse variabili che determinano la sezione dei cavi elettrici in impianti civili o industriali come:
⚡️ Il voltaggio dell’utilizzatore e quindi se la corrente è monofase o trifase (12-24-48-220-380 ecc);
⚡️ La distanza tra l’alimentazione e l’utilizzatore;
⚡️ Se la corrente è continua o alternata
In base a queste informazioni puoi calcolare la sezione del cavo. Se ad esempio vuoi attaccare un forno di 2KW ad una presa a 30 cm di distanza va bene utilizzare un 2,5mmq ma se per assurdo lo stesso forno fosse a 600 metri ci vorrebbe un cavo da 25mmq. Va infatti considerata la caduta di tensione che come consiglia la norma Norma CEI 64.8 (art. 525) non dovrebbe superare il 4%